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Prima di mandare in stampa il tuo libro: consigli e spunti di riflessione

by Simona

In un mondo ideale, nessun autore verrebbe lasciato solo quando scrive un buon libro.

Ogni buon libro dovrebbe sempre trovare una buona casa editrice che, colpita dal tuo lavoro come autore o autrice, lo prenda in carico e lo prepari alla pubblicazione, facendo tutto al meglio e valorizzando ciò che hai scritto.

Tuttavia, purtroppo, questo non è un mondo ideale, e molto spesso gli autori e autrici di libri possono trovarsi nella situazione di dover seguire in parte o in buona parte gli sviluppi del proprio libro, senza un editore che faccia del tutto il proprio lavoro oppure decidendo di darlo alle stampe in piena autonomia.

In questo articolo, parlando dei passi da fare prima di mandare in stampa il libro, mi riferisco quindi non solo ai libri editi da una casa editrice poco presente, ma anche alle autopubblicazioni, ai libri pubblicati da imprenditori con obiettivi di marketing e di personal branding, a romanzi e saggi proposti ai lettori su Amazon o sugli store online direttamente da chi li ha scritti.

Poiché ormai sono una ventina d’anni che mi occupo di libri, ho deciso di parlare un po’ della mia esperienza e di mettere nero su bianco una serie di indicazioni e di consigli che nascono dal mio lavoro e che possono essere utili ad autori e autrici meno esperti, toccando qui di seguito le varie fasi e attività da fare prima di pubblicare.

Revisioni, editing, correzione bozze

Ahimé, il primo problema dell’autore che vuole pubblicare è spesso il testo stesso. Infatti in giro si vedono (e si leggono) troppi libri con errori legati alla forma (ovvero grammatica, sintassi, ortografia) e agli aspetti strutturali e narrativi (organizzazione del libro e suddivisione struttura narrativa del romanzo, ambientazioni, infodump), oltre che in alcuni casi una mancata o scorretta focalizzazione sul target del libro (clienti, tipologia di lettori, grado di esperienza e conoscenza dei lettori target).

In sostanza, il libro presenta imprecisioni che infastidiscono il lettore, gli rendono difficile la lettura o gli danno informazioni superflue che gli sono già note (annoiandolo) e allontanano il risultato sperato (e magari proprio la realizzazione dell’eventuale call to action finale: fargli lasciare una recensione, avere un contatto per vendergli un servizio, o altro; questo è un aspetto particolarmente importante per chi fa libri con obiettivi di business).

Dunque il libro va riletto prima di mandarlo in stampa e, ancora meglio, anche prima di impaginarlo, perché l’impaginatore potrebbe impazzire dovendo fare migliaia di correzioni.

È dunque bene far sì che il file word che viene consegnato sia il più possibile finito e pulito.

Per far questo, ci possono essere varie tipologie di letture e di riletture a carico dell’autore oppure di altre persone, beta reader o figure professionali come la mia.

Il primo passo da fare è sicuramente una rilettura dell’autore stesso, perché solo l’autore può sapere se il libro è completo o va ancora lavorato. Poi, dopo le sue revisioni, il libro può subire una lettura non professionale o professionale.

La definizione di lettura non professionale non ha un’accezione negativa, perché in realtà può essere una fase molto utile per confrontarsi con ipotetici lettori, soprattutto se si tratta di narrativa.

Questo tipo di passaggio riguarda la lettura da parte di tutte quelle figure che possono essere di consiglio o di riferimento per l’autore.

Va sottolineato che questi lettori non ricoprono un ruolo professionale e, di fatto, non si prendono certo la responsabilità professionale di aver fatto un buono o un cattivo lavoro. Per fare un esempio, può trattarsi di amici o conoscenze che rappresentano possibili lettori, oppure anche collaboratori con cui l’autore interagisce. Nel caso di un imprenditore, potrebbero essere i suoi collaboratori più stretti.

Questo tipo di lettori potranno appunto fornire critiche e consigli, ma di solito non interverranno direttamente sul testo, sullo stile, sulla lingua e sui requisiti formali, perché forniranno solo il giudizio critico che può avere un lettore.

Può bastare questo tipo di lettura? La risposta può essere sì oppure no, in base all’esperienza, alla cultura e alla conoscenza personale dell’argomento o del genere. Sottolineo però che di solito in questa fase i lettori non hanno responsabilità della propria opinione o degli errori che possono rimanere all’interno dello scritto, oltre al fatto che in genere non apporranno correzioni al file, che saranno in carico all’autore.

In seguito, la lettura professionale potrà invece intervenire a un livello più profondo, direttamente sul testo, rimaneggiando il file.

L’editing potrà comprendere non solo una correzione formale ma anche una revisione sostanziale, con la modifica della struttura del libro o di alcuni contenuti e la correzione delle varie incoerenze in cui può essere incappato l’autore, oltre che con una correzione a livello formale degli errori legati alla sintassi, alla lingua, alla grammatica, e con suggerimenti e consigli stilistici.

Un aspetto importante, soprattutto nei libri imprenditoriali che hanno obiettivi di business, sarà l’impostazione del libro rispetto a criteri che rispecchino i meccanismi decisionali della persona, per esempio seguendo lo schema AIDA o altri (Attention, Interest, Desire, Action).

In questo la fase di editing diventa strategica per essere sicuri di non aver trascurato nulla e portare il lettore nella miglior condizione possibile per agire alla chiamata all’azione finale (call to action).

Impaginazione

Agli autori consiglio sempre di far fare un’impaginazione professionale.

Non perché sia difficile impaginare, ma perché molto spesso il grafico è in grado di sistemare, grazie alla sua esperienza, anche quei “difetti” che purtroppo il testo potrebbe avere proprio una volta impaginato: per esempio le vedove e gli orfani.

Certo, molto spesso i programmi di grafica possono sembrare facili da utilizzare, però è anche vero che bisogna imparare a usarli e spenderci sopra un sacco di tempo.

Quindi bisogna valutare se veramente il proprio tempo vale l’impegno che, comunque, non darebbe un risultato ugualmente professionale di quello di un impaginatore professionista.

Copertina

L’autore è sempre molto affezionato alla propria pubblicazione e fargli scegliere la copertina di solito non è la scelta migliore. Infatti la copertina dovrebbe rientrare una serie di parametri che hanno a che fare con il marketing, con la riconoscibilità, con l’inserimento in una collana dell’editore, che spesso l’autore potrebbe non conoscere così approfonditamente.

Tuttavia, in caso di autopubblicazione o di pubblicazione con un editore che trascura questi aspetti, l’autore può trovarsi nella condizione di dover scegliere l’immagine di copertina e lo stile da dare visivamente al proprio libro. Dunque può optare per un’illustrazione o una fotografia che può commissionare a un professionista illustratore o fotografo, oppure acquistare un’immagine già fatta, ad esempio sui portali on-line che vendono immagini.

Importante, in questo caso, sarà se possibile rielaborare l’immagine e inoltre essere sicuri di essere poi in possesso dei corretti diritti per la riproduzione in modo da non incorrere in problematiche successive alla stampa.

Illustrazioni e fotografie interne

Se all’interno del libro devono essere presenti illustrazioni o fotografie è bene muoversi per tempo perché siano pronte al momento dell’impaginazione.

Sia l’illustratore che il fotografo hanno bisogno del loro tempo e, in molti casi, le immagini vanno anche rilavorate e adattate.

Per esempio le fotografie potrebbero avere bisogno di un editing o le illustrazioni potrebbero avere bisogno di essere colorate.

Inoltre infine l’autore stesso potrebbe avere la necessità di completare le immagini con delle apposite didascalie una volta impaginate, quindi sistemarle è essenziale per fare anche questa parte del lavoro.

Pianificazione delle attività promozionali, comunicazione e ufficio stampa

Purtroppo, anche quando un autore si appoggia a una casa editrice, potrebbe non essere seguito adeguatamente nella promozione del libro, e in ogni caso il processo promozionale potrebbe concentrarsi solo sullo specifico libro.

Personalmente credo che gli autori di narrativa e saggistica in Italia abbiano un grande bisogno di crearsi una reputazione ben definita all’interno del mondo editoriale, ovvero di fare anche le cosiddette attività di Personal branding: ovvero farsi sì conoscere come autore del libro, ma soprattutto come autore di libri specializzandosi su definite tipologie.

Sfruttare il carattere di novità dato dalla pubblicazione di un libro per far pubblicare articoli su di sé tramite attività di ufficio stampa è anche un ottimo modo per aprire una comunicazione verso testate e canali che gli serviranno in futuro per altre pubblicazioni e per i suoi prossimi lavori.

Sarebbe un peccato che il libro appena pubblicato non diventasse l’opportunità per ottenere interviste e passaggi radio e televisivi, per esempio, che potrebbero essere utili per rendere l’autore un vero e proprio “brand” legarlo al genere di cui vuole scrivere e su cui sarebbe sempre preferibile fare un progetto.

Le attività promozionali che un autore può fare per pubblicizzare un libro le si possono trovare nel mio articolo Creare un piano di comunicazione per un libro” a questo link.

Pianificare le attività di comunicazione, metterà l’autore nelle condizioni di essere veloce e pronto a mandare materiali qualora gli venissero richiesti e per non far scadere la notizia della pubblicazione.

Questo è un mondo in cui le notizie invecchiano subito: gli esperti indicano che dopo sole 4 ore su Instagram si devono iniziare a sponsorizzare i post perché già obsoleti per il feed.

Patrocini e sponsorizzazioni

Per alcuni libri (magari legati a un particolare territorio o a specifiche ambientazioni) potrebbe essere interessante e strategico stringere delle collaborazioni per una sponsorizzazione della pubblicazione, oppure per un patrocinio a cura del Comune, della Provincia, della Regione della Presidenza della Repubblica, di enti territoriali di vario tipo, di musei e istituti culturali, di università istituti scientifici o altri enti. Questo vale per i contenuti del testo che potrebbe avere un valore che va al di là del valore narrativo o di informazione.

In genere le richieste di sponsorizzazione o patrocinio vanno fatte in forma scritta alla persona che è stata incaricata di concederli o meno all’interno dell’ente o dell’azienda.

Spesso è necessario muoversi per tempo prendendo contatti (con una telefonata o seguendo indicazioni sui siti web) e preparando una lettera o mail di presentazione del progetto.

I tempi per la concessione della sponsorizzazione o del patrocinio possono essere anche lunghi, è bene perciò non aspettare la fine della lavorazione del libro ma iniziare tempo prima.

Prefazioni e introduzioni di terze persone

Come per i patrocini, se il libro richiede una prefazione “vip” o un’introduzione a cura di terze persone, è sempre consigliato prendere contatti prima, per evitare che poi chi deve effettivamente scriverla non abbia fisicamente il tempo di farlo.

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Quelli descritti nell’articolo sono i principali passaggi che dovrebbe fare l’autore prima di mandare in stampa il proprio libro.

Sono appunti che vengono dalla mia esperienza e osservazioni personali in 20 anni di produzione di libri e di attività di editing, che però trovano spesso riscontro in chi ha avuto troppa “fretta” di stampare.

Se hai bisogno di consigli o vuoi una consulenza per questi passaggi, puoi contattarmi come indicato a questa pagina sul sito.

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